19 Maggio 2024

IL GRUPPO RENAULT SPIEGA LA SUA STRATEGIA DI DECARBONIZZAZIONE AL SALONE CHANGENOW

Zero emissioni di CO₂ allo scarico… questo è il primo vantaggio dei veicoli elettrici. Una transizione energetica necessaria, ma lungi dall’essere sufficiente per decarbonizzare la mobilità e combattere il riscaldamento globale. Ecco perché, da oltre un decennio, la strategia del Gruppo Renault per ridurre la sua carbon footprint intende intervenire su tutto il ciclo di vita dei veicoli: dall’estrazione dei materiali utilizzati e dalla trasformazione ad opera dei fornitori, passando per la fase di produzione in stabilimento e l’ottimizzazione dell’utilizzo, fino al trattamento del veicolo a fine vita e al riciclo dei componenti e dei materiali a ciclo chiuso.

ChangeNOW, primo forum internazionale dedicato alle innovazioni sostenibili, mette in luce gli attori che offrono una risposta concreta alle sfide sociali e ambientali delle nostre società. Presente per il secondo anno consecutivo, il Gruppo Renault ha colto quest’opportunità per spiegare la sua strategia di decarbonizzazione nelle singole fasi del ciclo di vita del veicolo, riaffermando l’obiettivo ambizioso di raggiungere la neutralità carbonica in Europa nel 2040 e nel mondo nel 2050.

Per tre giorni, alcuni esperti del Gruppo, tra cui Virginie Sauvet-Goichon, Capo Progetto Clima, Jean-Denis Curt, Responsabile dell’unità economia circolare, Alain Gentilini, Business Developer Economia Circolare, Cécile Fournier, specializzata nel ciclo di vita delle batterie e Fabrice Abraham, esperto di riciclo, hanno dialogato con tanti stakeholder dell’azienda (dipendenti, pubblico, partner, ONG, investitori, ecc.) e risposto alle loro domande.

Uno stand eco-progettato
Eco-progettato e riciclabile, lo stand è stato ideato per illustrare concretamente le soluzioni sviluppate dal Gruppo a livello di decarbonizzazione ed economia circolare.

Lo dimostra l’esposizione di Mégane E-TECH Electric sotto forma di un murale che propone una vista esplosa di componenti e materiali derivati dal riciclo. Così dissezionato, il veicolo svela un cofano composto fino all’80% da alluminio proveniente dagli scarti di produzione riciclati a ciclo chiuso (ossia -95% di emissioni di CO₂ rispetto all’alluminio vergine). C’è anche una plancia di polipropilene 100% riciclato, ottenuta dai componenti difettosi sminuzzati.

Quest’approccio è illustrato anche mediante un espositore delle materie riciclate che rientrano nella composizione dei veicoli: tessuto dei sedili di Clio di origine biologica al 60%, ricavato da polpa di faggio, rame riciclato proveniente dai veicoli fuori uso e granuli di polipropilene (plastica) derivati dai paraurti riciclati.

Sono stati allestiti tre totem per illustrare il ciclo di vita delle batterie e le attività che il Gruppo Renault realizza in ogni fase: dalla prima vita a bordo del veicolo e dalle soluzioni proposte per prolungarne la durata di vita, soprattutto alla Refactory, passando per i servizi di stoccaggio di energia rinnovabile sviluppati da Mobilize nel corso di una seconda vita fuori dal veicolo, fino al riciclo e alla ricerca di soluzioni per reintegrare i materiali provenienti dalle batterie a fine vita nella produzione di nuovi moduli.

Dialogare con le generazioni future
Queste attività concrete hanno anche alimentato le argomentazioni dell’azienda nel corso del “Tribunale per le Generazioni Future”, organizzato il 25 maggio nell’ambito del programma “by night” del Salone ChangeNOW. Creato da Usbek & Rica, quest’originale formato di tavola rotonda che riprende i codici scenografici di un processo, ha riunito esperti del mondo accademico e rappresentanti del Gruppo tra cui: Guillaume Saint, Esperto di Auto e Mobilità, conoscenza dei clienti e dei mercati, Sylvie Landriève, Direttrice del Forum Vies Mobiles, think tank della mobilità e degli stili di vita del futuro, Cléa Martinet, Direttrice Sviluppo Sostenibile del Gruppo Renault, e Racha Alj Hakim, Advance Design del Gruppo Renault. Insieme al “Tribunale”, composto da giornalisti di Usbek & Rica, gli esperti hanno animato il dibattito: “Possiamo ancora amare l’auto?” A che condizioni e per quali usi ai tempi della transizione energetica?

Il verdetto della giuria è stato: “sì”, a condizione che l’auto sia progettata secondo i principi dell’eco-design, a basse emissioni di carbonio, originata da cicli brevi e sicura per tutti.

Durante il dibattito, il Gruppo ha condiviso la sua visione di una mobilità che dev’essere, al tempo stesso, a basse emissioni di carbonio, responsabile e sicura, per le generazioni future. Il Gruppo Renault ha scelto di essere presente su tutti i fronti del cambiamento. Ciò significa sviluppare una mobilità elettrica responsabile, “made in Europe”, ma anche esplorare soluzioni alternative a basse emissioni di carbonio, come gli e-fuel e l’idrogeno. Innovare con soluzioni all’avanguardia e adoperarsi per renderle accessibili a tutti per ridurre l’isolamento dei territori e favorire l’accesso al mondo del lavoro. Essere all’avanguardia nella nuova catena del valore elettrica, accompagnando la trasformazione delle competenze del settore. Produrre veicoli nuovi più sostenibili, prolungando, al tempo stesso, la durata di vita del parco circolante. E, naturalmente, intervenire sulle emissioni andando oltre i gas di scarico, su tutto il ciclo di vita del veicolo.

Una sfida collettiva
Il Salone ChangeNOW è stato anche un’occasione per illustrare fino a che punto la transizione climatica sia una sfida collettiva. Per ridurre il suo impatto ambientale, il Gruppo Renault lavora con tutte le sue Marche ed entità e collabora, nell’ambito di un ecosistema aperto, con vari partner del settore automotive, a partire da fornitori e operatori del riciclo.

Un lavoro collettivo su cui si sono soffermati nei rispettivi interventi, durante il Salone, David Holderbach, CEO di Hyvia, precursore della mobilità a idrogeno verde, e Jean-Philippe Bahuaud, CEO di The Future is Neutral, pioniere dell’economia circolare.

Il salone ChangeNOW in immagini

Possiamo ancora amare l’auto? “Non è colpa tua, tesorino … sono io che sono cambiato!”