27 Luglio 2024

Aumenta significativamente la quota di energie rinnovabili negli impianti del Gruppo Volkswagen



Wolfsburg– Nel 2020 il Gruppo Volkswagen ha compiuto progressi
significativi nell’approvvigionamento di elettricità da fonti rinnovabili per i propri
stabilimenti. In un anno, la quota di elettricità rinnovabile acquistata è salita dall’80 al
95% nei siti produttivi dell’Unione Europea. Negli altri stabilimenti globali, Cina esclusa, si
è registrata una crescita altrettanto forte:dal 76 al 91%. Entro il 2023, tutti gli impianti
dell’Unione Europea dovranno essere riforniti con il 100% di elettricità da fonti
rinnovabili. Lo stesso obiettivo è previsto, entro il 2030, per tutti i siti globali con
l’eccezione della Cina.
In totale, otto stabilimenti UE e altri due siti sono stati completamente convertiti
all’approvvigionamento esterno di energia da fonti rinnovabili nel 2020. I tre più grandi sono gli
stabilimenti Audi di Győr (Ungheria) e Neckarsulm(Germania) e l’impianto Volkswagen di Palmela
(Portogallo). Sempre l’anno scorso, anche sitigestiti da Bugatti, ŠKODA, SITECH, MAN Truck&Bus e
MAN Energy Solutions si sono convertiti al 100% di elettricità rinnovabile.
Gli stabilimenti in questione si trovano in sette Paesi: Germania, Polonia, Repubblica Ceca,
Portogallo, Austria, Messico e Stati Uniti. Quest’anno sarà la volta di ulteriori strutture, tra cui i siti
SITECH in Germania e l’impianto MAN di Oberhausen.
• Nel 2020 l’alimentazione esterna con energie rinnovabili è cresciuta dall’80 al 95% negli
stabilimenti europei
• Dieci siti produttivi nel mondo sono stati convertiti all’approvvigionamento di energia al
100% da fonti rinnovabili
• Oliver Blume, Membro del CdA del Gruppo con Responsabilità per la Produzione: “La
protezione del clima è una nostra responsabilità e la base per le nostre azioni. Stiamo
facendo buoni progressi e abbiamo un piano chiaro per ridurre ulteriormente il nostro
impatto ambientale”
N. 12/2021
Il Membro del Consiglio di Amministrazione del Gruppo, Oliver Blume, Responsabile per la
Produzione, ha spiegato: “La trasformazione del Gruppo Volkswagen in azienda a zero emissioni
di CO2 ha guadagnato slancio. In questo contesto, l’approvvigionamento di elettricità rinnovabile
per i nostri stabilimenti è una parte importante della strategia globale di decarbonizzazione.
Stiamo attuando coerentemente i nostri piani insieme a tutte le Marche e alle Regioni, e già nel
2020 ci siamo avvicinati molto all’obiettivo in realtà previsto per il 2023 e il 2030. È un traguardo
incoraggiante. Tuttavia, non stiamo dormendo sugli allori. La transizione energetica nella
produzione include anche un’ambiziosa conversione dell’alimentazione elettrica negli impianti
cinesi. Inoltre intendiamo anche ridurre ulteriormente i gas serra nella nostra produzione interna
di elettricità”.
Nel 2020 il 46% del consumo globale di energia del Gruppo nella produzione è stato coperto con
elettricità rinnovabile – un dato che corrisponde a un incremento di cinque punti percentuali
rispetto all’anno precedente. Il Gruppo Volkswagen sta attualmente lavorando con i propri partner
cinesi per definire i target per gli stabilimenti nel Paese. L’alta percentuale di elettricità legata al
carbone nel mix energetico cinese e il mercato dell’elettricità ampiamente regolamentato
rendono questo progetto particolarmente impegnativo.
Il Gruppo Volkswagen sta anche prestando particolare attenzione alla conversione della propria
produzione di elettricità. Per esempio, le due unità della centrale elettrica a carbone nel sito di
Wolfsburg saranno completamente convertite al gas naturale entro il 2022. Dal 2023, ciò ridurrà
le emissioni di CO2 del 60%.
L’aumento della quota di energia da fontirinnovabili utilizzata per la produzione ha contribuito
ad abbattere significativamente le emissioni di gas serra del Gruppo nel 2020 rispetto al 2019: del
14%, pari a 1,1 milioni di tonnellate di CO2.
“La protezione del clima è una nostra responsabilità e la base per le nostre azioni. Stiamo facendo
buoni progressi e abbiamo un piano chiaro per ridurre ulteriormente il nostro impatto
ambientale” conclude Oliver Blume.